Supportiamo la legge popolare di Anagrafe Antifascista

Supportiamo la legge popolare di Anagrafe Antifascista

Abbiamo tempo fino al 31 Marzo per raccogliere 50.000 firme per supportare la legge popolare di Anagrafe Nazionale Antifascista, il progetto vuole normare la propaganda e la vendita dei gadget neofascisti. Puoi sostenerlo anche tu firmando nel tuo Comune.

E’ necessario, di fronte all’esposizione e alla vendita di oggetti con simboli che si richiamano all’ideologia nazifascista, che la normativa non lasci spazi di tolleranza verso chi si cela dietro le libertà democratiche per diffondere, attraverso la propaganda, i simboli di quel passato tragico.
Questo per completare il passaggio mancato in Parlamento, rimane ferma infatti approvata solo in una camera, la legge che sanzionava coloro che propagandavano le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco.

Il “Rapporto Italia 2020” dell’Eurispes ci dice che dal 2004 ad oggi è aumentato il numero di chi pensa che la Shoah non sia mai avvenuta: erano solo il 2,7% oggi sono il 15,6%, mentre sono in aumento, sebbene in misura meno eclatante, anche coloro che ridimensionano la portata della Shoah, dall’11,1% al 16,1%.

Secondo la maggioranza degli italiani, recenti episodi di antisemitismo sono casi isolati, che non sono indice di un reale problema di antisemitismo nel nostro Paese (61,7%). Per meno della metà del campione (47,5%) gli atti di antisemitismo avvenuti anche in Italia sono il segnale di una pericolosa recrudescenza del fenomeno. Per il 37,2%, invece, sono bravate messe in atto per provocazione o per scherzo.

Nel 2016 avevo già affrontato il tema della vendita di gadget antifascisti e l’utilizzo delle sale civiche nel Comune di Reggio Emilia.

Gli organi di informazione da anni sono pieni di notizie in cui si manifestano episodi riconducibili all’ideologia nazifascista, che è giusto considerare allarmanti. E’ persistente una crescente diffusione di razzismi e di appelli a trovare soluzioni autoritarie a problemi sociali complessi.

Da anni assistiamo al proliferare dell’esposizione (presso stadi, palasport, bar, edicole, per strada) di simboli che richiamano a fascismo e nazismo, frutto di anni di sottovalutazione del fenomeno del ritorno di ideologie che mai come oggi sono pericolose.

Questa proposta di legge di iniziativa popolare inoltre aggiunge alcune ulteriori aggravanti per l’esposizione di simboli fascisti e nazisti nel corso di eventi pubblici o attraverso strumenti telematici e informatici.

La proposta, rispetto alla “Legge Mancino”, mira a colpire determinate fattispecie di reato configurando pene certe, in quanto ci sono forme consolidate di propaganda fascista, che la proposta di legge le evidenzia, che oggi sono impunite (i reperti storici non sono contemplati nella fattispecie di reato, se sono per finalità di studio, di conservazione museale o di ricerca).

Cosa puoi fare per supportare la legge popolare di Anagrafe Antifascista?

Oltre a sentire il tuo sindaco o un consigliere comunale per presentare la mozione nel tuo comune. Puoi organizzare una raccolta firme, i moduli sono forniti dalla segreteria generale o URP del tuo Comune, o semplicemente andare a firmare la proposta di legge

A Reggio Emilia  potete firmare tutte le mattine presso l’URP del Comune di Reggio Emilia in Via Luigi Carlo Farini 2/1.

Per chi lo desiderasse i cittadini di Roncocesi, grazie Roberto Ballabeni, hanno organizzato una mattinata di raccolta firme

Sabato 20 Febbraio dalle 10.00 alle 13.00 nel piazzale del bar Cagliari Arte & Caffè in Via Karl Marx 69 a Roncocesi. Gireremo per la frazione casa per casa per raccogliere le firme.

Sabato 20 Febbraio dalle ore 10.00 vi aspetto a Roncocesi per firmare la proposta di legge.

I detrattori di questa proposta, in buona o cattiva fede, muoveranno argomentazioni di questo tipo a cui voglio rispondere subito:

i problemi sono altri 

il benaltrimo serve proprio a non voler affrontare le questioni scomode per alcuni.

dei commercianti falliranno

confido che un commerciante capace avrà ragione anche vendendo altre ambiti merceologici che non richiamino il fascismo e nazismo.

vengono venduti gadget di ispirazione comunista

Ogni Stato ha la sua storia, in Polonia vige il reato di apologia comunista ad esempio, in Italia abbiamo avuto oltre 20 anni di dittatura fascista che ha portato milioni di morti.
Consiglio di leggere come è regolata l’apologia di nazismo in Germania.

si limita la libertà di espressione

Ogni democrazia ha delle salvaguardie e dei limiti, per questo esistono le leggi. Comprare mazze con scritte fasciste e fare il saluto romano ledono queste salvaguardie e offendono la nostra storia. Consiglio di ascoltare il Presidente Pertini in questa sua analisi su fascismo e libertà di espressione che ho sempre trovato illuminante.

Fai aderire il tuo Comune alla Carta antifascista di Stazzema

Perché si chiama Carta di Stazzema? Il 12 agosto 1944, in piena seconda guerra mondiale, Sant’Anna di Stazzema, piccolo centro in provincia di Lucca, fu teatro di una strage atroce dichiarata “crimine contro l’umanità”. A seguito di un rastrellamento nazifascista, furono trucidati 560 civili, dei quali 130 bambini dove la più piccola aveva appena 20 giorni di vita, e per tale motivo ricordata come la strage degli innocenti.

Perché una Anagrafe antifascista? Perché sta succedendo qualcosa di preoccupante. Si riaffacciano simboli, parole, atteggiamenti, gesti ed ideologie che dovrebbero appartenere al passato.
Non solo. Si fanno largo sentimenti generalizzati di sfiducia, insofferenza, rabbia, che si traducono in atteggiamenti e azioni di intolleranza, discriminazione, violenza verbale.

In rete e sui social media, sulle testate giornalistiche, nelle dichiarazioni politiche come nei bar e nelle strade. Principi che credevamo forti e stabili e che ci sembrano in pericolo.

Sottoscrivere la Carta ed aderire all’Anagrafe significa prendersi un impegno per la democrazia e a sostegno dei valori della nostra costituzione.

Attualmente si sono iscritti all’Anagrafe Nazionale Antifascista 54.346 cittadini, nonché numerose associazioni e comuni italiani, tra cui il comune di Torino, Roma e Firenze.

L’Anagrafe Nazionale Antifascista è una comunità virtuale di valori, aperta a tutti coloro che si riconoscono nei principi enunciati sula “Carta Di Stazzema” che afferma che esistono diritti inalienabili che ogni essere umano possiede, senza distinzione per ragioni di pensiero, razza, colore, sesso, lingua, religione, opinione politica, origine nazionale o sociale;

Dalla Carta di Stazzema:

  • AFFERMIAMO che esistano diritti inalienabili che ogni essere umano possiede, senza distinzione per ragioni di pensiero, razza, colore, sesso, lingua, religione, opinione politica, origine nazionale o sociale.
  • AFFERMIAMO il valore della persona e delle sue libertà, di pensiero, coscienza e religione; il diritto di tutti: a poter esprimere liberamente le proprie opinioni, senza discriminazioni, minacce o persecuzioni, ad autodeterminarsi come individuo, ad avere un lavoro e condurre un’esistenza dignitosa; il diritto ad una sfera privata inviolabile nell’ambito della proprietà, della persona, della vita, della famiglia;
  • AFFERMIAMO il valore dell’istruzione e la possibilità di ognuno di accedere ad un’informazione libera, imparziale e accessibile a tutti, come strumento di pieno sviluppo della persona e di crescita collettiva;
  • AFFERMIAMO il valore della giustizia e di un giusto processo; la tutela delle minoranze; l’uguaglianza di tutti di fronte alla legge; il rifiuto di ogni schiavitù, tortura, punizione crudele o inumana;
  • AFFERMIAMO l’importanza delle pratiche democratiche, nella convinzione che la sovranità appartenga al popolo e che ognuno abbia diritto di partecipare al governo del proprio paese;
  • AFFERMIAMO il rispetto dell’altro, delle sue opinioni e convinzioni; il valore del dialogo, del confronto, come modalità di risoluzione dei conflitti fra individui come delle controversie internazionali;
  • AFFERMIAMO che il Futuro non è il Fascismo. La civiltà, il progresso, il futuro, appartengono alla dimensione democratica.
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