La Consulta Legalità di Reggio Emilia si è riunita 6 volte in 4 anni

La Consulta Legalità di Reggio Emilia si è riunita 6 volte in 4 anni

La Consulta della legalità del comune di Reggio Emilia si è riunita 6 volte dal 2018 al 2021, neanche 2 volte l’anno.
La Consulta è la sede permanente di confronto sui temi del contrasto alla criminalità organizzata e della promozione alla cultura della legalità. Il sindaco Luca Vecchi dice che va tutto bene, per noi no.


Vi scrivo qualche dettaglio in più. Nel 2021 la commissione dei consiglieri sulla legalità non si è riunita neanche una volta per discutere di criminalità organizzata, tanto è vero che abbiamo dovuto richiedere ufficialmente come consiglieri e finalmente il 24 Febbraio incontreremo finalmente il Dott. Elia Minari con una seduta pubblica aperta a tutti.

Nel 2020 la Regione ha supportato progetti per la legalità per 1,6 milioni di euro. Di questi solo 61.000 Euro sono atterrati a Reggio Emilia, a differenza di Parma 144.200€, Bologna 147.050€ e Modena 279.000€. Il Comune a Bilancio non ha messo ulteriori e significative risorse proprie sul tema della cultura della legalità per sviluppare progetti antimafia.

Al Segretario Comunale Gandellini, che ha nel suo mandato l’anticorruzione e l’analisi della legalità di tutti gli atti prodotti dal Comune, un tema importante considerando anche le varie inchieste, viene votato dal PD e alleati l’okay per gestire anche la segreteria generale del Comune di Correggio (terzo comune del territorio). Così da avere ancora meno tempo per esercitare le funzioni di controllo che invece servirebbero al nostro Ente.  

Ai consiglieri comunali non è stato fatta nessuna formazione sui temi dell’anticorruzione e legalità come invece è prassi nel Comune da Reggio Emilia da sempre, i consiglieri alla prima legislatura non hanno avuto in pratica gli strumenti per gestire e muoversi su questo importante tema.

Siamo nel 2022, la legislatura finirà nel 2024. A oltre metà del mandato siamo ancora agli abbozzi di progetti e al “faremo” e “vedremo”, con qualche progetto buttato a spot per occupare le colonne della stampa e dare alla cittadinanza. Questo dovrebbe essere invece il momento in cui si tirano le fila e si valuta l’operato di metà progetto. Invece abbiamo ancora abbozzi di progetti e la geniale idea di restringere la consulta della legalità “cabina di regia” per farla funzionare meglio.

Ieri abbiamo discusso in consiglio comunale una interpellanza scritta con Sinistra Italiana e associazioni antimafia del territorio depositata a settembre 2021 che chiedeva conto del funzionamento della consulta, ci hanno risposto il 14 Febbraio 2022. A oltre sei mesi di distanza, un lassismo ingiustificato per un tema così importante come quello della lotta alla mafia. Il Sindaco Luca Vecchi leggiamo che ci risponde sui giornali ma non era neanche presente in aula, ambiente che poco frequente in questo suo secondo mandato, è infatti il secondo più assenteista in aula, ha solo qualche presenza in più di Gianluca Vinci per intenderci.

Abbiamo proposto all’assessore Tria da circa un anno di lavorare meglio e congiuntamente tra tutti i gruppi con la trasformazione della consulta in un osservatorio dove oltre alla plenaria (che dovrà redigere verbali del lavoro visibili da tutti) si aggiunge il centro di documentazione e ricerca, iniziative pubbliche del Comune da svolgere ogni mese (come lavorava l’assessora Maramotti per chi si ricorda), lo sportello legalità con orari di apertura fissi e non a spot come ora. L’osservatorio ci darebbe la possibilità come Bologna, Forlì, Rimini e Parma di lavorare meglio e intercettare i fondi degli obiettivi previsti dall’art. 7, legge regionale dell’Emilia Romagna n. 18/2016.


Il rapporto della Banca d’Italia ci dice che tra le province del centro-nord Italia con imprese “potenzialmente connesse a contesti di criminalità organizzata” Reggio Emilia è quarta in Italia dopo Roma, Milano e Brescia.
Il pubblico magistrato Lucia Musti alla recente apertura dell’anno giudiziario ha detto chiaramente che “è il caso di evidenziare che il Distretto dell’Emilia-Romagna è – a buon titolo – un Distretto di mafia, in quanto la Direzione distrettuale antimafia istruisce “maxi indagini” e si celebrano maxi processi”

Il Comune di Brescello è stato sciolto per condizionamento dell’ndrangheta nel 2017, il sindaco era Marcello Coffrini eletto grazie ai voti del PD. Nel mezzo sono passati 5 anni, ci sono stati processi, la stampa ha svolto egregiamente il suo ruolo e il territorio ha dato il via a diverse iniziative di monitoraggio e diffusione della cultura della legalità.

Possibile che invece dalla politica che ci amministra siamo ancora al clima del “parliamone il meno possibile” e senza una chiara direzione su come affrontare il tema e nel farlo coinvolgendo il territorio, lavorando davvero come comunità. Viene da chiedersi, di cosa hanno timore e perché lavorano così male su questo tema? 

La lotta alla criminalità organizzata è un dovere di qualsiasi membro delle istituzioni come dei singoli cittadini, dove le due figure non possono e non devono lasciarsi soli nella lotta a vicenda. La vittoria della mafia è una sconfitta di tutti noi, e in questa battaglia non esistono campi intermedi.


× Scrivimi!