Reggio Emilia tiene le strade pulite: niente spazi ai neofascisti

Reggio Emilia tiene le strade pulite: niente spazi ai neofascisti

neofascismo pulisci le strade

L’immagine è dell’artista Prenzy

Le strade vanno tenute pulite, per questo in Comune a Reggio Emilia approveremo una mozione dove sale civiche e spazi pubblici comunali saranno rilasciati solo ad associazioni che rispettano al Costituzione repubblicana antifascista.

Negli ultimi anni l’eversione nera in Italia è aumentata con maggiori crimini ai danni di giornalisti, associazioni umanitari e avversari politici. Sono sempre di più i gruppi e partiti di matrice neofascista che sui territori perseguono violenza scientificamente.  Solo Casa Pound ha 15 librerie, 20 pub, 8 associazioni sportive, una web radio con ben 25 redazioni in Italia e 10 all’estero, una web tv, un mensile («Occidentale») e un trimestrale («Fare Quadrato»).

Le istituzioni democratiche devono dare una risposta che è quella di condanna di chi persegue con metodo atteggiamenti discriminatori, razzisti, omofobi e misogini nella società. Come i consigli comunali di Bologna e Milano non concederemo spazi, patrocini, contribuiti di qualunque natura a coloro i quali non garantiscono di rispettare i valori della Costituzione, professando o praticando comportamenti fascisti, si riceveremo gli spazi solo dopo aver firmato un controllo e una dichiarazione di antifascismo.

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I gruppi e partiti neofascisti in Italia oggi

La Costituzione della Repubblica Italiana nella XII Disposizione transitoria e finale recita: “E` vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. In deroga all’articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dall’entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista.”;

I principi esposti in Costituzione sono stati successivamente ripresi dalla Legge n.645 del 20 giugno 1952 che titola “Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione”;

Lo Statuto del Comune di Reggio Emilia all’art.13 comma 2 così recita: “Il Comune nell’esercizio delle proprie funzioni si ispira ai Principi della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo, approvata dall’ Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, persegue gli obiettivi politici e sociali sanciti dalla Costituzione della Repubblica.”

e ancora al comma 3 dello stesso articolo

“Il Comune in particolare opera per salvaguardare e consolidare i valori di libertà, antifascismo, eguaglianza, giustizia sociale, democrazia e solidarietà, contro ogni forma di totalitarismo.”

Con questo testo impegniamo il Sindaco e la Giunta ad attivarsi affinché:

• Vengano inseriti, all’interno dei suddetti regolamenti e disposizioni, riferimenti espliciti al rispetto  degli articoli 3 e 21 della Costituzione (fermo restando che la Repubblica e la Costituzione italiane  sono antifasciste e che il fascismo non è un’opinione ma un crimine), nonché delle Leggi prima richiamate;

• Le richieste di utilizzo di sale o occupazione temporanea di spazi pubblici e le concessioni per utilizzo di spazi pubblici, siano concesse previa sottoscrizione di una dichiarazione di  rispetto della Costituzione Italiana, con particolare riferimento alla XII disposizione transitoria e finale.

• Non sia data la concessione di spazi, patrocini, contribuiti di qualunque natura a coloro i quali non garantiscono di rispettare i valori della Costituzione, professando o praticando comportamenti fascisti, che si richiamino direttamente all’ideologia fascista, ai suoi linguaggi e rituali, alla sua simbologia o che esibiscano e pratichino forme di discriminazione razziale, etnica, religiosa o sessuale.

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Leggi la mozione sugli spazi pubblici ai gruppi e associazioni neofascisti

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I detrattori di questo documento che approveremo muoveranno argomentazioni di questo tipo,  in buona o cattiva fede,  a cui voglio rispondere subito:

i problemi sono altri 

Il benaltrimo serve proprio a non voler affrontare le questioni scomode per alcuni.

e allora i comunisti?!?1?!

Ogni Stato ha la sua storia, in Polonia vige il reato di apologia comunista ad esempio, in Italia abbiamo avuto oltre 20 anni di dittatura fascista che ha portato milioni di morti.
Consiglio di leggere come è regolata l’apologia di nazismo in Germania.

io non sono razzista o fascista, è il mio pensiero!11!1!!!

Karl Popper

Karl Popper

Ogni democrazia ha delle salvaguardie e dei limiti, per questo esistono le leggi.
Karl Popper diceva nel libro “La società aperta e i suoi nemici I e II” : “Dovremmo rivendicare, nel nome della tolleranza, il diritto a non tollerare gli intolleranti”. Andiamo a conoscere meglio questo principio.

Questo è il paradosso della tolleranza: la tolleranza illimitata porta alla scomparsa della tolleranza. Se estendiamo l’illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti, se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro gli attacchi degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti e la tolleranza con essi.

 

In questa formulazione, io non implico, per esempio, che si debbano sempre sopprimere le manifestazioni delle filosofie intolleranti; finché possiamo contrastarle con argomentazioni razionali e farle tenere sotto controllo dall’opinione pubblica, la soppressione sarebbe certamente la meno saggia delle decisioni. Ma dobbiamo proclamare il diritto di sopprimerle, se necessario, anche con la forza; perché può facilmente avvenire che esse non siano disposte a incontrarci a livello dell’argomentazione razionale, ma pretendano ripudiare ogni argomentazione; esse possono vietare ai loro seguaci di prestare ascolto all’argomentazione razionale, perché considerata ingannevole, e invitarli a rispondere agli argomenti con l’uso della violenza.

Per questo dobbiamo proclamare, in nome della tolleranza, il diritto di non tollerare gli intolleranti. Dovremmo proclamare che ogni movimento che predica l’intolleranza si pone fuori legge e dovremmo considerare come crimini l’incitamento all’intolleranza e alla persecuzione, allo stesso modo che consideriamo un crimine l’incitamento all’assassinio, al ratto o al ripristino del commercio degli schiavi”

Consiglio inoltre di ascoltare il Presidente Pertini in questa sua analisi su fascismo e libertà di espressione che ho sempre trovato illuminante.

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